13_XV Congresso della C.G.I.L.

ISTITUTO DI STUDI COMUNISTI

KARL MARX – FRIEDRICH ENGELS

www.istcom.it

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Lettere dell’Istituto n. 13

 

XV Congresso della C.G.I.L.

 

Si apre il XV Congresso della C.G.I.L.

Si apre in una delicata fase della lotta di classe in Italia ed in Europa.

Si apre in una delicata fase della crisi capitalistica.

Si apre in una delicata fase della situazione politica in Italia ed in Europa.

 

Lo scontro che i capitalisti in Italia intendono aprire con la classe operaia è alto, perché la crisi capitalistica è in una grave fase di recessione e l’Italia è il paese più debole del blocco dei paesi capitalistici “ avanzati”. La scelta che la classe capitalistica ha fatto è quella di sempre:

rendita finanziaria, speculativa ed immobiliare unita ad un super sfruttamento della manodopera invece dell’innovazione tecnologia. Questo si coniuga con la più generale crisi capitalistica che attraversa l’intero pianeta, che è di dimensioni e portata superiori a quella del 1929-1933 per i contenuti e caratteri nuovi rispetto a tutte quelle sino ad ora verificate.

La legge della giungla domina il mondo capitalistico: ciascuno Stato cerca di scaricare la crisi su tutti gli altri e ciascun gruppo monopolistico, ciascuna holding conduce una lotta disperata per sopravvivere a danno di tutti gli altri e con qualsiasi costo per la società complessivamente intesa.

Il sistema capitalistico italiano per sue connotazioni specifiche, di natura storica e naturale, descrive una particolare curva del suo ciclo economico rispetto alla curva del ciclo economico descritto dal sistema capitalistico generale, ossia dall’insieme dei paesi capitalistici più forti: Francia, Stati Uniti, Inghilterra, Olanda, Giappone, Germania.

La curva del ciclo economico dell’Italia è sfalsata rispetto a quella generale:

quando la curva generale è nella fase alta, quella italiana è ancora nella fase dell’uscita dalla recessione, quando la curva generale inizia a scendere quella italiana inizia la sua ascesa, il punto di ascesa viene fermato, interrotto, dalla caduta della curva generale ossia dalla fase di stagnazione e poi recessione; i tempi dell’ascesa e della risalita delle due curve, inoltre, sono diversi:

quella italiana ha tempi più lunghi e più lenti nella fase della stagnazione e della risalita e tempi più brevi e rapidi in quella dell’ascesa. Questo è dovuto ai due motivi fondamentali:

1. la sua naturale configurazione geografica che ne fa un Paese privo di materie prime, che lo espone maggiormente all’andamento economico dei paesi produttori e/o detentori di materie prime:

i prezzi delle materie prime nella fase di innalzamento della curva si alzano ed iniziano a scendere nella fase di massimo sviluppo della curva; e nella fase recessiva ricevono un innalzamento per una diversa spartizione del profitto prodotto e questa aggrava la crisi italiana e quindi i suoi tempi di stagnazione-recessione e poi di ripresa;

2. l’unità d’Italia avviene troppo tardi, quando già i principali paesi capitalistici non solo hanno sviluppato una solida economia nazionale ed un solido mercato nazionale interno, ma hanno anche già conquistato le posizioni migliori nelle colonie;

3. la particolare configurazione geografica italiana: ponte naturale sul Mediterraneo ne fa un paese soggetto a molti appetiti e controlli e condizionamenti nel suo sviluppo.

La evidente situazione di difficoltà dell’Unione Europea, infine, aggrava questa situazione italiana.

 

I partiti politici italiani non sono in grado nella sostanza di esprimere un programma ampio , in grado di tracciare una prospettiva per l’Italia. Essi non vanno al di là di una visione tattica, di una visione limitata, contingente tendente a rispondere alle questioni più urgenti ed immediate, senza alcuna prospettiva successiva, condizionati da scelte e situazioni di fatto venutisi a creare nel corso degli anni Ottanta-Novanta.

 

Nella realtà delle cose l’unica forza in campo in grado di esprimere un programma di ampio respiro, una visione strategica è la C.G.I.L. come ben documentano le Tesi per il XV Congresso.

Nelle condizioni specifiche essa costituisce l’unica reale forza in campo in grado di opporsi al declino del Paese ed al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle classi lavoratrici, dell’intero mondo del lavoro.

Gli ultimi anni hanno visto uno sforzo notevole di elaborazione del nuovo e di riposizionamento della C.G.I.L. sul piano politico ed organizzativo.

L’impulso impresso dalla direzione Cofferati con la manifestazione del febbraio 2003 e poi dallo sciopero generale C.G.I.L.-C.I.S.L.-U.I.L dell’aprile e proseguita con la segreteria Epifani hanno consentito alla C.G.I.L. di essere sulla scena politica e sindacale italiana ed europea con rinnovato impegno in maniera forte ed autorevole. Le Tesi congressuali oltre a fermare punti chiave ne pongono altri alla riflessione ed evidenziano una realtà tutta in movimento ed aperta.

 

Un percorso, infine, ha attraversato l’intera C.G.I.L. lungo il quale si è sviluppata una rinnovata unita della C.G.I.L. Gli ultimi congressi avevano visto la contrapposizione di due mozioni perché esistevano visioni molto distanti, che legittimavano una situazione anomala quale quella delle mozioni contrapposte. Una situazione ove la democrazia, il dibattito, la formazione e scelta dei gruppi dirigenti sono stati costretti a muoversi dentro i confini di ciascuna singola mozione, con un restringimento, mortificazione, della democrazia, dei processi decisionali e della formazione dei gruppi dirigenti: una situazione quasi da “ separati in casa”.

Un lungo percorso ha portato nel tempo ciascuna a riformulare le iniziali posizioni sulla base dello scontro politico e sindacale in Italia ed in Europa, che ha portato la C.G.I.L. tutta su più elaborate ed avanzate posizioni, in risposte alle sfide che si aprivano verso la metà degli anni Novanta, che è sfociato nella rinnovata unità della C.G.I.L. che trova la sua base materiale nel superamento delle mozioni contrapposte e nella formulazione di un documento congressuale unitario a Tesi.

Questo XV Congresso è cioè il punto di arrivo, molto tortuoso e molto tormentato, che ha attraversato tutta la C.G.I.L. per un periodo di tempo di almeno 6-7anni.

Questo processo ed il suo approdo costituiscono oggi il punto di forza più importante e più avanzato del movimento operaio e sindacale italiano che va tutelato e consolidato nel corso del dibattito del XV Congresso che si apre.

Una C.G.I.L. salda, unita è un fattore decisivo di stabilità per un rinnovato impegno dell’unità sindacale e per una nuova stagione di lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori e per un nuovo progetto di società.

E’ un punto fermo per gli stessi partiti politici della sinistra e del centro sinistra, momento di stabilità nella situazione rissosa che agita gli stessi partiti dell’Unione.

Una C.G.I.L. salda ed unita è, allo stesso tempo, un elemento importante per la stessa Confederazione Sindacale Europea ( C. E. S.), nel momento in cui si aprono nuovi scenari di lotta sindacale e sociale che vede per teatro l’Unione Europeaed in cui all’interno della stessa C.E.S. va aperto un dibattito alto, che sciolga alcuni nodi chiave, che da tempo si trascinano e che costituiscono momento di incertezza e debolezza della C.E.S. con insufficiente ruolo protagonista; un dibattito, cioè, che faccia superare l’attuale situazione e tracci nuove vie e nuove prospetti di un’Europa sociale e del lavoro.

 

La raggiunta unità, lo sbocco del lungo processo, non ha comportato la messa da parte di problemi e visioni ed idee differenti, ossia con l’unità si è rafforzata e dinamicizzata la diversità e

le molte anime e sensibilità che hanno sempre costituito ricchezza della e per la C.G.I.L., liberate adesso dalla camicia di forza delle mozioni, e che trovano ora forma in un’area programmatica, che vuole essere momento per nuove sollecitazioni, nuove idee per nuovi percorsi.

 

La C.G.I.L. svolge il suo XV Congresso nel 1° Centenario della sua nascita.

Sono stati questi cento anni di lotte, dai difficili primi anni di organizzazione dei primi nuclei operai, delle forze lavoratrici dispersi su un territorio vasto in un tessuto industriale ancora frammentato, dalle pesanti lotte e pesanti sacrifici in uomini per l’affermazione della sua esistenza: la conquista del tavolo di trattativa ( sciopero degli edili del 1902 ), il primo sciopero generale del 1904 dopo il grave eccidio di Buggerru , agli anni della notte della ragione: il Fascismo, la clandestinità e poi il ruolo decisivo nella lotta di Resistenza contro le truppe occupanti nazi-fasciste e poi nella ricostruzione; i difficili anni della pesante intromissione negli affari interni italiani di potenze straniere, delle forze capitalistiche italiane e di organizzazioni di ispirazione sociale ed ideologiche italiani: gli anni della scissione sindacale, poi la ripresa delle lotte ai primi degli anni Sessanta, la lotta contro il governo Tambroni, i fatti di piazza Statuto la via della ripresa dell’unità sindacale e la grande stagione sindacale 1968-1978, che vede al suo interno un momento chiave nella Democrazia dei Consigli; sotto il fuoco micidiale del terrorismo, che perseguiva l’obiettivo di far deviare il movimento operaio e sindacale dal suo corso e trascinarli nelle secche della provocazione e della sterilità e consegnare così il movimento dei lavoratori alla classe capitalistica ed in cui ha pagato il suo tributo di sangue con il compagno Guido Rossa; le lotte degli anni Ottanta-Novanta fino allo sciopero dell’aprile 2002, la partecipazione forte nei movimenti per la pace, contro la guerra, le leggi antiumane sull’immigrazione, le lotte per i diritti ed una nuova solidarietà sociale.

Un sacrificio immane di centinaia di migliaia di uomini e donne, senza i quali, e solo tramite i quali, si è fatta la storia dei cento anni della C.G.I.L.; uomini e donne che hanno dedicato e sacrificato tutto, l’intera vita, per fare della C.G.I.L. il più grande sindacato italiano e tra i primi in Europa.

Un sacrificio che si riperpetua oggi, ogni giorno da parte di centinaia di migliaia di quadri a tutti i livelli che in silenzio, senza notorietà alcuna, lottano per la causa dei lavoratori per garantire alle nuove generazioni condizioni migliori, in una ininterrotta continuità ideale e politica.

Un patrimonio di lotte, di sacrifici, di sangue, di passione e di alta tensione ideale.

Un grande patrimonio morale di grande monito nell’attuale fase di degenerazione morale della vita pubblica: politica, culturale, sociale.

In questo Centenario dono migliore non poteva essere fatto a queste centinaia e centinaia di migliaIAdi quadri di ieri ed oggi che un Congresso di Unità, un Congresso che segna la ripresa alta dell’Unità dei Lavoratori, l’unità di tutto il mondo del Lavoro.

Buon Compleanno C.G.I.L.

Buon XV Congresso C.G.I.L.

lunedì 10 ottobre 2005